La legge di Gravitazione Universale è vera o falsa? Ecco perché è bene sapere la risposta.

La NASA la usa per i calcoli necessari a inviare le sue sonde in giro per il sistema solare, e queste, salvo incidenti, arrivano dove si suppone che debbano arrivare. Però, quando fu usata per calcolare il movimento orbitale di Mercurio, non ci fu verso di farla andare d’accordo con i dati osservativi. Fu Einstein a risolvere l’enigma, con la sua Teoria della Relatività Generale, che spiega il fenomeno della gravità in modo più preciso e rigoroso(1).

Siamo quindi obbligati a concludere che la Legge di Gravitazione Universale di Newton è sbagliata?

Prendiamo ora in considerazione una ipotetica legge di gravitazione scritta in questo modo: F = G (m1 + m2) / d. Questa legge è sbagliata, e non ci fornisce nessun risultato utile, se non per pura coincidenza; quella originale di Newton (F = G (m1 × m2) / d²), invece, continua a fornirci previsioni sostanzialmente corrette nella maggior parte delle situazioni, anche se per Mercurio sbaglia.

Quindi, se ci limitiamo a classificare entrambe le formule nella macro-categoria “Falso” perdiamo di vista una parte molto rilevante della questione. Le cose peggiorano ancora se teniamo in considerazione che anche la Teoria della Relatività Generale è probabilmente “Falsa”, per via di alcune sue premesse che non sono compatibili con i dati che provengono dallo studio delle particelle subatomiche.

Lo stesso ragionamento è applicabile a qualunque idea scientifica. “La Terra è piatta” e “la Terra è sferica”, sono entrambe affermazioni false; ma una è più falsa dell’altra, direbbe forse George Orwell.

Il vero problema, dunque, sta nella domanda. Domanda che tende a forzare la mano, spingendoci a ridurre la questione a due categorie nette e contrapposte, il Vero e il Falso, rigorosamente maiuscoli. La questione interessante, invece, è quella che sta nel mezzo: cioè capire quanto un’idea sia coerente con i fatti che osserviamo, e quindi utile a fornirci previsioni affidabili su come va il mondo. Magari anche capire in quali casi, invece, ogni singola idea fallisce.

La formula inventata che vi ho scritto sopra non aderisce per nulla al mondo reale, quindi non è interessante né utile. La formula di Newton invece aderisce molto bene alla realtà ed è quindi utilissima. La Teoria della Relatività Generale di Einstein aderisce ancora meglio ai dati osservativi, e questo la rende ancora più interessante e utile.

Fin qui sembra tutto un sofismo di poco conto, tuttavia un recente post di un personaggio politico molto in vista ha avviato una sterile polemica che, come spesso accade in questi casi, non ha sfiorato il vero problema di fondo; un problema concettuale diffuso nel modus operandi di politici e magistrati; problema di cui quel post è solo l’ennesima manifestazione.

Per capire cosa non vada in quel post dobbiamo tornare alla nostra domanda, e all’errore implicito in essa: la volontà di voler assegnare alle idee un valore assoluto di Verità o Falsità, senza preoccuparci delle sfumature intermedie. Se trascuriamo queste sfumature, infatti, è possibile costruire un castello retorico grazie al quale ogni affermazione acquista la stessa dignità di qualunque altra, perché tanto sono tutte “False”(2). Grazie a questo passaggio non troppo logico, il castello retorico diventa una sorta di relativismo distorto, in virtù del quale si è legittimati ad aderire a un’idea qualunque, perché tanto sarebbero tutte egualmente indimostrate.

Rubando una metafora al buon Samuel Clemens, questo modo di ragionare giustifica la politica e la magistratura nell’usare la scienza allo stesso modo in cui un ubriaco usa un lampione: come punto d’appoggio per i loro pregiudizi ideologici, e non come fonte d’illuminazione per prendere decisioni razionali e ponderate.

Il problema di tutto ciò sta nel fatto che, come direbbe Heinlein, la realtà è quella che è, e non perdona l’ignoranza.

Così, ad esempio, un Pubblico Ministero (Cataldo Motta) e un Presidente di Regione (Salvatore Emiliano, PD) possono scegliere di aderire ad una strampalata ipotesi di complotto, scegliersi come consulenti gli opportuni cianfruglioni e un confacente sottoinsieme di dati e affermazioni, e procedere quindi nel prendere le loro decisioni sulla base di queste stramberie; ottenendo come risultato la catastrofe ecologica della diffusione di Xylella pauca in tutto il Salento e oltre.

Non si tratta certo di un episodio isolato: questo stesso modo distorto di ragionare ci ha regalato anche, giusto per citare un paio di casi famosi, il metodo Stamina e la messa al bando irrevocabile di qualunque biotecnologia passata, presente e futura.

Siccome siamo poi sempre noi a pagare il conto di questo modo di fare, forse sarebbe opportuno cominciare a fare attenzione a chi cerca di venderci questo genere di ciarpame intellettuale, in modo da poter fare il nostro dovere in cabina elettorale e tenere i cianfruglioni il più lontano possibile dalle istituzioni.

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Immagine: Willgard Krause, Pixabay

(1) Se volete sapere tutta la storia, la trovate raccontata magistralmente sul canale CURIUSS, in questo video.

(2) Di solito la condizione di Falsità di una affermazione viene sostituita retoricamente con il suo alter ego dal profumo d’antani: la mancanza di assoluta certezza sulla sua condizione di Verità.

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