Un OGM ti salva la vita

In Italia continua imperterrita, ormai da anni, una demenziale crociata per impedire la coltivazione di uno dei pochi OGM attualmente approvati: una varietà di mais resistente agli insetti, coltivata in mezzo mondo da più di quindici anni e che si è dimostrata efficace e sicura. Oltretutto i brevetti, nel settore degli OGM, cominciano a scadere, il che aprirà le porte a un uso diffuso e capillare di queste importanti tecnologie, che saranno applicabili anche sulle varietà tradizionali e di nicchia, che non interessano alle multinazionali, e spesso sono a rischio di estinzione per colpa di malattie e parassiti… ma tanto tutto ciò non accadrà nel nostro paese.

Così, mentre l’Italia si avvia verso un preoccupante processo di regressione agricola, con il rifiorire di pratiche che si pensavano ormai consegnate alla storia (e se sono state abbandonate un motivo ci sarà… ), il resto del mondo, invece, va avanti, applicando la genetica con evidenti benefici economici e ambientali.

Da oggi, anche interessanti risvolti sanitari. In questi giorni, infatti, in Brasile è stata avviata la sperimentazione sul campo del primo insetto ingegnerizzato.

Si tratta di una zanzara – la specie si chiama Aedes aegypti – che trasmette una pericolosa malattia, la dengue, uno dei più gravi problemi sanitari del sudamerica.

Le tecniche convenzionali di lotta agli insetti, compreso l’uso abbondante di insetticidi, non hanno dato risultati utili. Si è fatta quindi avanti Moscamed, un’azienda brasiliana biotech che si occupa di lotta agli insetti, che ha elaborato una strategia di controllo innovativa.

La tecnica di base, di per sé, non è nuova: si tratta di liberare nell’ambiente maschi sterili dell’insetto da controllare, in modo che, accoppiandosi con le femmine selvatiche, rendano sterili le uova deposte. Innovativo è però il modo in cui è stata ottenuta la sterilità nei maschi di A aegypti che sono stati liberati nell’ambiente. Si tratta infatti di una modifica genetica ottenuta con la tecnica del DNA ricombinante, il che fa rientrare queste zanzare a pieno titolo nella categoria degli OGM¹.

I primi test sul campo hanno portato a un calo del 90% nella popolazione di zanzare; un risultato di tutto rispetto specialmente se si tiene conto del fatto che non si è fatto uso di insetticidi né di altre sostanze tossiche.

Se questo sarà sufficiente a incidere in modo significativo sulla diffusione della malattia trasmessa da queste zanzare, lo sapremo presto. Comunque vadano le cose, questa strategia di sterilizzazione potrà essere applicata anche al controllo degli insetti dannosi per le coltivazioni, con grandi benefici per l’ambiente.

Intanto noi, in Italia, possiamo cominciare a preparare i cartelli “Museo dell’Agricoltura”.

Ne avremo bisogno molto presto.

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¹Quando la sterilità – o qualunque altra nuova caratteristica – è ottenuta con ibridazioni forzate, trattamenti chimici o radiazioni, invece, le nuove varietà non vengono considerate OGM. Non sono a conoscenza di nessuna base razionale per questa curiosa discriminazione legale-burocratica, del tutto arbitraria.

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