I Media

AFFRONTARE I FANTOMISTI SUI MEDIA

– VADEMECUM MINIMO –

Premessa: accettare o non accettare?

Uno degli obiettivi primari del fantomista può essere quello di far credere che all’interno della comunità scientifica la sua supercazzola sia oggetto di dibattito, acquisendo in questo modo una sorta di legittimità riflessa. Questa legittimità riflessa può essere ottenuta indipendentemente dall’esito dei dibattiti pubblici. Tenete conto di questa possibilità e valutate caso per caso il da farsi.

1. Il tempo è tiranno: pochi concetti, chiari e ripetuti.

Nella comunicazione sui media tutto si gioca sul tempo a disposizione. Cercate di sapere in anticipo quanto tempo avete, stabilite quali concetti chiave intendete comunicare e non cercate di strafare. È molto più efficace ripetere uno stesso concetto, meglio se con parole diverse, piuttosto che cercare di dire mille cose tutte insieme, di corsa.

2. Non contestate le cose sbagliate, affermate cose vere.

Ci vuole molto meno tempo a dire una sciocchezza che a spiegare perché si tratta di una sciocchezza (punto 1): nel tempo che voi impiegate a smontare una sola stupidaggine, un fantomista può sparare altre dieci fesserie.

Affinché una comunicazione sia efficace è necessario che il destinatario senta messaggi semplici, sensati e coerenti, in modo che sia lui stesso a capire in piena autonomia chi ha ragione e chi parla a vanvera. Per questo è molto più produttivo impiegare il tempo a disposizione per spiegare cose vere, anziché rincorrere le catottrobazie del fantomista.

3. Rivolgetevi all’ascoltatore, non al fantomista.

Un fantomista è caratterizzato da un fortissimo desiderio di credere nella sua visione del mondo. Non è questione di logica, ma di fede. Per questo non riuscirete mai a convincerlo, specialmente durante un dibattito pubblico.

Il vostro obiettivo non dovrà quindi essere di convincere il fantomista, ma di far arrivare un’informazione corretta a coloro che ascoltano. Per cui il vostro intervento deve essere concepito, preparato ed espresso in modo da raggiungere l’ascoltatore.

Non lasciatevi trascinare dalle catottrobazie del fantomista, cercando di rincorrere le sue sciocchezze (punti 1 e 2). Se comunicate il vostro messaggio in modo chiaro, semplice e diretto, l’incompetenza del fantomista diventerà palese, e più egli si sforzerà di “mettere carne al fuoco” per fare polverone e confondere le acque, più si troverà isolato e inascoltato.

Ma per ottenere questo risultato dovete rivolgervi direttamente all’ascoltatore, e farlo in modo chiaro, accattivante e lapidario.

4. La competenza è vitale per i messaggi intelligenti.

Quando un messaggio non si limita a uno slogan, ma possiede dei contenuti concreti, logici e razionali, è fondamentale per la sua efficacia che chi comunica sia (anzi, appaia!) serio e competente. Purtroppo l’impressione di serietà e competenza passa in larga misura attraverso la comunicazione non verbale: è l’apparenza che conta e questo i fantomisti lo sanno. Sapevatelo anche voi!

Aspetto e abbigliamento curati, ma sobri. Non è necessario un abbigliamento strettamente formale: una camicia stirata e un paio di pantaloni sobri ed eleganti sono più che sufficienti.

Tono di voce pacato e sereno, anche quando si ride o ci si “arrabbia”. Non bisogna essere vulcaniani, anzi, sarebbe controproducente. Però si deve essere misurati anche nelle emozioni.

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5. Registrate, registrate, registrate!

Il mondo dei media è una giungla, e non tutti i giornalisti sono seri e corretti, anzi! Pensate a Golia, Giacobbo, Fede, Santoro… l’elenco è infinito.

Chiunque pensi di poter comparire sui media – specialmente se si tratta di interviste volanti, telefoniche o comunque non in diretta – si organizzi in modo da poter registrare integralmente (meglio ancora videoriprendere, anche solo con un cellulare), la propria intervista. Il mondo della manipolazione mediatica vive sul taglia-e-cuci!

Avere a disposizione le versioni integrali dei propri interventi è fondamentale per proteggersi da un uso improprio delle stesse. Ricordatevi del punto 4: l’immagine di competenza è molto importante nella comunicazione scientifica.

Inoltre, poter rivedere i propri interventi permette di analizzarli con calma, per capire cosa ha funzionate e cosa no, in modo da far meglio all’occasione successiva.

6. Conosci il tuo nemico.

Gli argomenti usati a supporto di una particolare fantomia tendono ad essere più o meno sempre gli stessi. Individuate un numero ristretto (punto 1) di argomenti chiave (punto 2) che rendano palesemente fallaci le principali tesi del fantomista, ed aggrappatevi strettamente alla vostra scaletta. Non lasciatevi trascinare in sterili sofismi su dettagli inutili, che hanno come unico effetto quello di distrarre l’ascoltatore dal punto del discorso (punto 3).

7. Ogni buona regola ha buone eccezioni.

– Comunicare concetti positivi in modo chiaro è sicuramente la strada maestra, ma a volte sottolineare uno strafalcione del fantomista è un modo molto efficace per comunicare un concetto.

– Affermare con esplicita chiarezza le proprie idee è l’arma vincente, ma a volte un attacco diretto all’ignoranza del fuffaro è un buon modo per mettere in chiaro da che parte sta la competenza.

– L’obiettivo primario è raggiungere l’ascoltatore, ma a volte un attacco diretto al fantomista è un modo efficace per mettere in chiaro chi è che parla con serietà e competenza e chi, invece, blatera a vanvera.

– Comunicare agli ascoltatori i concetti chiave senza lasciarsi distrarre è forse il punto cruciale di una comunicazione scientifica efficace, ma se proprio ve la alzano sotto rete, schiacciate e portate a casa il punto!

Concludendo: i cavalli di razza si vedono sulla lunga distanza.

La propaganda è infinitamente più veloce e diretta del ragionamento, ma se riuscite a catturare l’attenzione dell’ascoltatore, è il messaggio ragionato che vince, perché le convinzioni basate su argomenti razionali sono più stabili e durature.

Letture consigliate

Come combattere la disinformazione

The Debunking Handbook

La Teoria della Montagna di Merda®

La Teoria della Montagna di Merda®, II

Science: the religion that must not be questioned
And all this because scientists weren’t honest enough, or quick enough, to say that science wasn’t about Truth, handed down on tablets of stone from above, and even then, only to the elect; but Doubt, which anyone (even girls) could grasp, provided they had a modicum of wit and concentration.
How Bill Nye Won the Debate
Of course, he also had the science on his side, which doesn’t hurt. But it isn’t a guarantee of anything in a stage debate: competitive debaters are judged by their ability to argue either side of a question. Debate is a tool for showing who’s a better orator, not necessarily who’s right.
Five reasons why scientists should stay out of debates over evolution.
Nye […] researched his opponent’s views, consulted with experts, and prepared thoroughly, as would any careful debater. But he enjoyed a crucial advantage that the average scientist is unlikely to share. Nye is a brilliant and admired science communicator, with a professional entertainer’s stage presence and the ability to connect with a general audience. Debates are performances, and Nye is a splendid performer.
Neil deGrasse Tyson on “Cosmos,” How Science Got Cool, and Why He Doesn’t Debate Deniers
“Carl Sagan would debate people on all manner of issues,” said Tyson. “And I don’t have the time or the energy or the interest in doing so. As an educator, I’d rather just get people thinking straight in the first place, so I don’t have to then debate them later on.”

Per i più temerari

Angela P; Raccontare la scienza

Cialdini R B; Le armi della persuasione

Pratkanis A, Aronson E; L’età della propaganda

Fantomisti e media

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